ASI Italia esprime la sua solidarietà con la classe lavoratrice in Grecia che si mobilita contro il carovita e il governo conservatore di Mitsotakis. Sosteniamo e partecipiamo in modo attivo alla resistenza sindacale che si sta sviluppando in Europa e nel mondo, come gli scioperi generali che si sono tenuti in Belgio e in Francia. Vogliamo condividere le esperienze di questi movimenti per servire d’ispirazione alle lotte che si sviluppano in Italia e costruire verso lo sciopero generale del 2 dicembre indetto dai sindacati di base. Per un movimento internazionale della classe lavoratrice contro il carovita e il capitalismo in crisi!
Aricolo di Eleni Vetsika, membro del Socialist Party — ASI in Irlanda
Il 9 novembre si è svolto in Grecia uno dei più grandi scioperi generali degli ultimi anni e, secondo molti, il più grande almeno dell’ultimo decennio. L’ADEDY (Amministrazione Suprema del Sindacato dei Dipendenti Pubblici Greci) nella sua dichiarazione descrive lo sciopero generale di 24 ore della scorsa settimana come uno “sciopero spartiacque”, non solo per il numero di partecipanti allo sciopero e alle marce in tutta la Grecia, ma anche perché è percepito come l’inizio di un’ escalation di mobilitazioni (iniziata a settembre) contro le politiche governative.
Una delle richieste principali dei lavoratori greci è l’aumento dei salari che dovrebbe corrispondere almeno all’aumento dell’inflazione. Ad ottobre l’inflazione in Grecia è stata stimata al 9,2%, con un’inflazione dei prezzi dei beni di consumo che ha raggiunto il 12%. E questo avviene mentre centinaia di migliaia di famiglie si trovano nell’impossibilità di permettersi i bisogni più elementari come il cibo, la casa e il riscaldamento. Secondo l’Istituto di ricerca Nikos Poulantzas, il 72% dei lavoratori e delle lavoratrici dichiara di non potersi permettere le necessità quotidiane con il solo reddito da lavoro.
Il governo di Kyriakos Mitsotakis ha costantemente attuato politiche criminali contro la classe lavoratrice, non solo devastandone i salari e le condizioni di lavoro, ma anche comprimendo invariabilmente i diritti democratici: il diritto di protestare, di scioperare e persino di partecipare alle attività sindacali. Le proteste e lo sciopero generale della scorsa settimana costituiscono un messaggio molto forte – anche se iniziale – al governo: la gente non può più accettare le sue politiche.
Purtroppo, è molto difficile calcolare quante persone abbiano partecipato ai cortei organizzati dai sindacati e dai partiti di sinistra in tutta la Grecia, poiché non esistono cifre ufficiali e i media istituzionali sembrano concentrarsi sul fatto che non c’erano trasporti pubblici, dato che l’azione di sciopero è riuscita a bloccare l’intero Paese, o su episodi percepiti come causati dai manifestanti. Tuttavia, tutte le fonti mediatiche alternative concordano sul fatto che la partecipazione è stata massiccia, vigorosa e militante; un messaggio molto significativo per un governo che sta perdendo quel che resta della sua popolarità e cammina sul filo del rasoio, soprattutto mentre si stanno diffondendo i dettagli del più grande scandalo delle intercettazioni telefoniche.