Organizzioamoci a scuola, al lavoro e per le strade!

Le elezioni di settembre hanno confermato la profonda crisi politica dell’Italia. Un altro governo di coalizione instabile, con ogni sorta di tecnocrati non eletti come ministri, è caduto a luglio. Con l’affluenza alle urne più bassa nella storia repubblicana, la destra è diventata il gruppo parlamentare più numeroso e Fratelli d’Italia (FDI), il partito di estrema destra discendente del Movimento Sociale Italiano, il più grande in Parlamento. Purtroppo, in queste elezioni non c’è stata un’alternativa di sinistra capace di suscitare l’entusiasmo di ampie sezioni della classe lavoratrice.
Di Eugenio Marcigliano
Il 21 ottobre Giorgia Meloni (FDI) è diventata la prima donna a capo di un governo italiano, il più a destra del Paese sin dalla caduta di Mussolini. Una schiera di figure reazionarie ha assunto incarichi ministeriali. Eugenia Roccella, a capo del nuovo Ministero della “Famiglia, Nascita e Pari Opportunità”, è contraria all’aborto, ai diritti LGBTQIA+ e ai trattamenti per la fertilità. Galeazzo Bignami (FDI), Ministro delle Infrastrutture, è stato fotografato nel 2005 con un completo nero e una fascia con svastica al braccio.
Criminalizzazione dei raduni
Uno dei primi disegni di legge del nuovo governo è il decreto anti-rave party, che criminalizza i raduni non autorizzati di più di 50 persone. Con il pretesto di reprimere le feste illegali (una delle principali priorità politiche, a quanto pare), questa legislazione liberticida mira ovviamente a reprimere le manifestazioni di dissenso. I diritti e le libertà sociali sono a rischio, con migranti, donne e persone LGBTQIA+ come principali bersagli.
Questo governo di un Paese sprofondato nella recessione sa che non sarà in grado di adottare misure economiche e sociali per alleviare la crisi del carovita di cui soffre una classe lavoratrice italiana già fortemente precarizzata. I piani economici del governo non offrono alcuna soluzione alla popolazione. Sono in linea con le politiche antisociali del governo Draghi, fantoccio dell’Unione Europea e del Fondo Monetario Internazionale (FMI). Per ottenere i 200 miliardi di euro di aiuti del piano di rilancio europeo, anche questo governo è legato mani e piedi ai diktat della Commissione Europea. Attaccare i migranti, le donne e le comunità emarginate serve a distrarre l’attenzione dalla sua impotenza, cercando di indebolire la solidarietà e quindi la capacità di lotta della classe lavoratrice.
I giovani si mobilitano
I giovani e la classe lavoratrice non resteranno in disparte. Già il 27 settembre migliaia di persone sono scese in piazza in difesa del diritto all’aborto minacciato dall’estrema destra. Questo fa parte di una rinascita del movimento femminista italiano, che ha anche manifestato contro la violenza di genere il 26 novembre.
Diverse mobilitazioni nazionali sono già state organizzate dai collettivi sociali e dei lavoratori contro le politiche antisociali del nuovo governo. I giovani in particolare hanno reagito con occupazioni di scuole e università, culminate in una giornata di azione nazionale il 18 novembre. Il #NoMeloniDay ha riunito 100.000 studenti e scolari in più di cinquanta città. Hanno chiesto più risorse per l’istruzione e la fine della brutale repressione poliziesca.
I giovani non sono soli nella loro lotta. L’Unione Sindacale di Base e i Si Cobas (sindacati indipendenti) hanno indetto uno sciopero generale il 2 dicembre con lo slogan “Deponete le armi, aumentate i salari”, seguito da una manifestazione nazionale a Roma il giorno successivo. Chiedono aumenti salariali del 10%, un sistema di indicizzazione dei salari e un salario minimo di 10 euro l’ora. La CGIL, la più grande federazione sindacale, non deve aspettare oltre e deve unirsi immediatamente ai movimenti.
Sindacalismo militante
Esempi di sindacalismo militante – come quello degli operai della fabbrica occupata GKN di Firenze, che hanno formato un collettivo per difendere i 500 posti di lavoro che rischiano di essere chiusi e che cercano attivamente di costruire una solidarietà tra le varie lotte – sono in grado di mobilitare ampi settori della società e di porre le basi per un movimento operaio indipendente e combattivo che riprenda l’offensiva politica.
Unisciti a noi!
L’Alternativa Socialista Internazionale è un’organizzazione marxista rivoluzionaria presente in più
di 30 paesi su tutti i continenti. Partecipiamo alle lotte della classe lavoratrice e di tutte le
comunità oppresse nella prospettiva di costruire un movimento unificato capace di rovesciare
il sistema capitalista. Lottiamo per costruire una società che risponda ai bisogni della maggioranza della popolazione mondiale. Questo è ciò che intendiamo con socialismo, un sistema democratico e internazionale basato sulla solidarietà e sul rispetto dei bisogni di tutti. Se anche tu vuoi organizzarti per costruire un futuro migliore, libero di oppressione, sfruttamento e distruzione ambientale, unisciti a noi!