13° Congresso mondiale di ASI: Prepararsi a nuovi colpi di scena nell’era del disordine

Delegati del 13o Congresso riunitosi in Belgio

di Danny Byrne

Tra il 30 gennaio e il 5 febbraio, oltre 100 delegati e ospiti hanno partecipato al 13° Congresso mondiale dell’Alternativa Socialista Internazionale. I partecipanti provenivano da oltre 30 Paesi di tutti i continenti.

La maggior parte dei delegati ha partecipato fisicamente, riunendosi in Belgio. Altri sono stati costretti a partecipare al congresso online: ad alcuni è stato negato il visto a causa delle politiche razziste dei nostri nemici giurati – i capitalisti e gli imperialisti di tutto il mondo – e altri non hanno potuto viaggiare a causa della guerra e dell’imperialismo. La cosa più importante è che usciamo da questo congresso più forti e pronti a dedicarci con ancora più strumenti al rovesciamento di queste potenze decadenti, attraverso un movimento di massa della classe lavoratrice organizzata e degli oppressi che sia internazionale.

Il Congresso mondiale è il massimo organo decisionale dell’ISA. I delegati eletti da tutte le sezioni nazionali discutono, dibattono e decidono le linee principali del programma politico, dei piani organizzativi e dell’orientamento dell’ISA ed eleggono i suoi organi dirigenti. Il congresso mondiale è un evento assolutamente democratico, ben differente dai congressi organizzati da diversi partiti filocapitalisti, socialdemocratici o riformisti di tutto il mondo. La leadership uscente non dispone di un voto (se non indicativo) e il congresso può essere convocato in qualsiasi momento per chiedere conto agli organi dirigenti.

Questo congresso è stato un impressionante esercizio di leadership collettiva. 36 diversi compagni hanno tenuto discorsi introduttivi o conclusivi nelle sessioni, un numero superiore al totale dei membri effettivi del Comitato internazionale uscente. L’interesse per le discussioni e i dibattiti ha fatto sì che le sessioni si prolungassero più volte fino a sera, nel corso di un incontro dinamico e vivace durato sette giorni.

Era del disordine – Affinare l’analisi

Nel bel mezzo di una nuova “era del disordine” su scala globale – segnata da diverse crisi storiche del capitalismo sovrapposte- un’intensa discussione e un dibattito sono esattamente ciò di cui i marxisti hanno bisogno per comprendere la situazione che ci circonda e i compiti che dobbiamo assegnarci nella costruzione della lotta per il socialismo. Nella sessione di apertura – introdotta da Vincent Kolo e Sonja Grusch, con Serge Jordan a chiudere la sessione – il redattore del Financial Times Adam Tooze ha detto: “Benvenuti nel mondo della policrisi”.

I drammatici colpi di scena a livello nazionale, regionale e globale, che si susseguono rapidamente, possono disorientare se non vengono compresi nel contesto di processi più profondi che rendono comprensibile ciò che sta accadendo e il perché. L’ISA impiega energie per sviluppare un’analisi approfondita della realtà come “Prospettive Mondiali”. E’ con una discussione di due giorni su questo tema che ha avuto inizio il Congresso Mondiale. Due bozze di documenti presentate prima del congresso dalla leadership uscente – una sulle tendenze e gli sviluppi internazionali globali, l’altra su come questi si manifestano nelle diverse regioni – sono state intensamente discusse e modificate dai delegati prima di essere approvate all’unanimità. La sessione plenaria è stata integrata da commissioni che hanno approfondito gli eventi in Europa, America Latina, Cina e Africa.

Dopo il nostro ultimo congresso mondiale nel 2020, l’ISA ha iniziato a sviluppare un quadro che tenta di legare insieme i molteplici fili della crisi capitalista, tutti con le loro manifestazioni nella politica e nella lotta di classe. In documenti, articoli e discussioni, abbiamo cercato di tracciare un quadro di una nuova epoca di disordine che succede all’era della globalizzazione neoliberista, con diverse caratteristiche. Tra queste: la deglobalizzazione e l’incremento dell’influenza dello Stato nazionale, una nuova era dominata dalla rivalità geopolitica (alias interimperialista), con al centro la nuova guerra fredda tra Stati Uniti e Cina, una crisi politica sempre più profonda segnata dal crollo del “centro” e da una profonda polarizzazione. La nostra è una nuova epoca dal grande potenziale rivoluzionario e allo stesso tempo caratterizzata da un enorme pericolo controrivoluzionario.

I contributi alla discussione da parte dei compagni di tutto il mondo hanno arricchito il dibattito e dimostrato la tendenza a questa polarizzazione. Mentre il Fondo Monetario Internazionale ha recentemente ammorbidito le sue previsioni sulla crisi economica globale, in tutti gli ambienti borghesi non regna l’ottimismo per quanto riguarda il futuro a breve termine sotto il capitalismo. Diversi compagni hanno commentato le prospettive dell’economia mondiale, mentre continua a spaventare la crisi della “stagflazione”, ora accompagnata da nuove ondate di sconvolgimenti dovuti all’impatto calamitoso del cambio di rotta della Cina “da zero Covid a Covid estremo”, come ha detto Vincent Kolo della sezione Cina, Hong Kong, Taiwan.

Marcus dal Brasile e Dagga e Daniel dalla Nigeria hanno parlato di alcuni degli episodi più importanti che hanno evidenziato l’instabilità politica a livello globale. Solo due settimane prima di recarsi al Congresso mondiale, i compagni brasiliani sono dovuti scendere in piazza per opporsi al tentativo di colpo di Stato dei bolsonaristi. In Nigeria, le cruciali elezioni presidenziali del febbraio di quest’anno si svolgeranno nel contesto di una devastante crisi valutaria ed energetica, che sta scaldando le rivalità tra i diversi gruppi di banditi politici filocapitalisti. Con il candidato del Partito Laburista, Peter Obi, multimilionario, ex governatore e candidato alla vicepresidenza, ora presentato come un “nuovo arrivato”, attualmente in testa ai sondaggi, resta da vedere se le fragili istituzioni “democratiche” borghesi del Paese possono resistere al vortice di crisi che stanno schiacciando la Nigeria, colpendo la sua popolazione da tempo sofferente che, nonostante la miseria diffusa e le prospettive desolanti, ha dimostrato una notevole volontà di combattere negli ultimi anni.

I compagni provenienti dall’Inghilterra, dal Galles, dalla Scozia e dal Belgio sono stati tra coloro che hanno riferito di una significativa ripresa delle lotte operaie a livello internazionale, con il ritorno di ondate di scioperi e persino di scioperi generali all’ordine del giorno. Nico, dal Belgio, ha parlato anche della Francia, dove la controriforma delle pensioni di Macron ha scatenato un vera vera e propria esplosione di scontri tra le classi, che avrà conseguenze internazionali. Anche la rivolta popolare in corso in Perù è stata esaminata negli interventi di diversi compagni.

Anche se forse di dimensioni più ridotte, probabilmente il movimento di protesta più importante dell’ultimo periodo si è sviluppato in Cina, dove lavoratori, donne e giovani coraggiosi hanno fatto tremare i tiranni capitalisti del PCC in un’ondata di proteste di breve durata contro la brutalità dello Stato che ha caratterizzato la politica del Zero Covid.

Gli eventi che si sono svolti al di fuori della sala riunioni durante la settimana non hanno fatto altro che arricchire questa analisi. Sabato (penultimo giorno di congresso), le forze armate statunitensi hanno abbattuto un pallone aerostatico di sorveglianza cinese, innescando una nuova escalation diplomatica nella Nuova Guerra Fredda e rendendo vane le speranze di un disgelo delle relazioni.

La crisi climatica, che ha occupato un posto di rilievo nelle discussioni della settimana, ha provocato decine di vittime a causa degli incendi che hanno imperversato in Cile mentre il Congresso si riuniva.

Kevin Mcloughlin dall’Irlanda ha riferito di un’ondata di proteste contro i rifugiati, che rappresenta uno sviluppo estremamente preoccupante attraverso il quale l’estrema destra razzista sta iniziando a prendere consensi nell’Irlanda del Sud. In questa nuova era di caos, la minaccia della reazione va di pari passo con il potenziale di radicalizzazione progressiva e di cambiamento socialista, e mentre il congresso discuteva di questi sviluppi i compagni del Partito socialista (ISA in Irlanda) stavano organizzando una reazione sul campo, costruendo proteste per chiedere l’unità della classe lavoratrice in una lotta di massa per le case per tutti, contro il razzismo.

I compagni dell’America Latina e Erin Brightwell degli Stati Uniti hanno raccontato la crisi che stanno affrontando i vari protagonisti del riformismo di sinistra nel contesto della profonda crisi del capitalismo. In quest’ultimo caso, l’abissale fallimento della “Squad”, il gruppo di parlamentari progressisti, nello sfidare l’establishment democratico è stato ulteriormente evidenziato dagli sforzi molto più efficaci della destra repubblicana “Freedom Caucus” nell’esercitare la propria influenza alla Camera dei Rappresentanti.

Guerra in Ucraina

Naturalmente, molte bombe sono cadute in Ucraina durante la settimana e molte persone hanno perso la vita, mentre questo conflitto inter-imperialista infuria, passando da un’escalation all’altra. La decisione di organizzare una sessione speciale di un giorno sulla guerra ha riflesso la sua importanza centrale negli eventi mondiali – un altro avvenimento, dopo la pandemia di Covid, che sottolinea le caratteristiche chiave dell’era del Disordine.

Il punto di partenza del nostro programma contro la guerra, in opposizione all’invasione russa, è che le vittime primarie della guerra – i lavoratori, i poveri e gli oppressi di tutta l’Ucraina -non hanno una rappresentanza che possa difendere i loro interessi mentre gli imperialisti hanno fatto dell’Ucraina un campo di battaglia della loro lotta per il potere. Il Congresso ha riaffermato il nostro impegno per una politica coerentemente internazionalista e antimperialista e per il sostegno alla resistenza indipendente della classe lavoratrice alla guerra su scala internazionale.

Ciò include il sostegno a una resistenza armata indipendente della classe lavoratrice all’invasione russa in Ucraina, che deve essere quindi indipendente dal regime filo-imperialista di Zelensky. Tale forza potrebbe minare ulteriormente la coesione delle truppe russe d’invasione, con un appello di classe internazionalista ai soldati della classe lavoratrice affinché si uniscano per opporsi ai guerrafondai e lottare per una società migliore e socialista. Diversi compagni hanno parlato delle questioni programmatiche che una tale forza dovrebbe affrontare, tra cui la necessità di un programma che sostenga chiaramente il diritto all’autodeterminazione sia dell’Ucraina come nazione sia di tutte le minoranze all’interno dei suoi confini.

Sebastian Rave dalla Germania ha parlato del crescente sostegno dell’establishment a favore di un’escalation partendo dalla spedizione di armi all’Ucraina, parte della crescente ondata di militarismo che sta attraversando il mondo. I compagni svedesi hanno riferito della strumentalizzazione della guerra da parte dell’establishment per aumentare ulteriormente i finanziamenti  all’esercito e aderire alla NATO. L’ultimo elemento chiave di questo sviluppo è la decisione di inviare carri armati in Ucraina, e nei giorni successivi al congresso si è già creato lo slancio per il passaggio al livello successivo, con Zelensky che, durante una visita a Londra, ha ricevuto anticipazioni sul fatto che presto potrebbero arrivare anche dei caccia.

Con entrambe le parti “bloccate” in questo conflitto mortale per la popolazione e senza prospettive di pace nel breve termine, non c’è motivo di prevedere una fine dell’escalation in tempi brevi. Mentre i delegati del congresso tornavano a casa, il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, diceva ai diplomatici a New York “temo che il mondo non stia camminando nel sonno verso una guerra più ampia. Temo che lo stia facendo con gli occhi ben aperti”.

In ogni scenario di guerra, tra nazionalismo, militarismo e sciovinismo di ogni tipo, i marxisti sono spesso costretti a nuotare controcorrente e a resistere alle forti pressioni per non capitolare dalla “propria parte” in un conflitto inter-imperialista. Mametlwe Sebei, sudafricano, ha ricordato al congresso che tali pressioni non si sentono solo in Occidente, dove la pressione arriva sotto forma di propaganda e di sostegno verso Zelensky e la NATO. In molte parti del mondo neocoloniale, l’esperienza delle masse e la loro sfiducia nell’imperialismo occidentale ha portato molti a illudersi che Cina e Russia siano contrappesi alternativi e progressisti al dominio degli Stati Uniti, una prospettiva degna de “il nemico del mio nemico è mio amico” che è spinta da molti politici pro-capitalisti e riformisti che cercano di rafforzare i loro legami economici con la Cina.

In questa guerra, e nella più ampia guerra fredda, i marxisti devono avere chiaro che l’unica forza progressista in questo conflitto è la classe lavoratrice internazionale, che deve essere organizzata e armata con un programma per la rivoluzione socialista sia in Oriente che in Occidente, per evitare la minaccia di conflitti sanguinosi sempre peggiori.

In questa sessione si è svolto anche un importante dibattito che, sviluppandosi negli ultimi mesi, ha contribuito ad affinare la nostra comprensione della guerra e dei compiti che essa poneva. Il Congresso han discusso della posizione della sezione russa dell’ASI che ha espresso pubblicamente il proprio sostegno agli “aiuti” militari occidentali e ha riassunto la propria posizione nello slogan “vittoria all’Ucraina!”. Il Congresso ha respinto con decisione (con un solo voto contrario) questa posizione e ha deciso di continuare a discutere intensamente con tutti i compagni, portando avanti una discussione con l’obiettivo di unirsi intorno a un programma di coerente internazionalismo e antimperialismo.

Femminismo socialista

Comprendere l’importanza della rivolta globale contro le molteplici forme di oppressione del capitalismo e del ruolo che essa svolge nell’ampia lotta di classe è stata una parte cruciale dell’orientamento politico dell’ASI negli ultimi anni. Come ha spiegato l’irlandese Laura in una vivace discussione plenaria di un giorno sul femminismo socialista, ciò è stato drammaticamente dimostrato, più recentemente, dall’eroico movimento delle masse iraniane, riunite sotto lo slogan “Donna, Vita, Libertà”.

Nonostante le recenti importanti battute d’arresto, come il rovesciamento della sentenza Roe v Wade negli Stati Uniti e gli attacchi ai diritti di aborto in Ecuador, l’ondata globale di lotta femminista non si è spenta, ma rimane estremamente vivace. Si è fatta sentire anche nella ripresa delle lotte nel mondo del lavoro, con interi settori a impiego maggioritariamente femminile come la sanità, l’istruzione e altri, all’avanguardia nella lotta della classe lavoratrice contro l’impatto dell’inflazione e per combattere la crisi dovuta alla pandemia. Mentre i reazionari di bassa lega come Andrew Tate salgono alla ribalta, tentando di normalizzare la barbarie misogina nel XXI secolo, la giusta rabbia contro queste figure e idee vedrà le donne, le ragazze e le persone LGBTQ+ protagoniste di nuove esplosioni sociali.

Per ASI, questa presa di coscienza passa anche attraverso l’azione. Dagli Stati Uniti all’Austria, dal Sudafrica al Brasile, i compagni hanno parlato del lavoro di campagna femminista socialista, che è parte della linfa vitale dell’ASI e di tutte le sue sezioni. Keely, dagli Stati Uniti, ha raccontato come Alternativa Socialista abbia portato migliaia di persone in piazza in diverse città contro l’annullamento della Roe, organizzando anche la più grande protesta che si sia svolta finora su questo tema (con oltre 20.000 persone a New York). Le compagne e i compagni del Belgio hanno costruito un potente curriculum di lotta femminista socialista attraverso la campagna ROSA, che ha ripetutamente mobilitato migliaia di giovani e ha iniziato a lasciare il segno nel movimento operaio.

Diversi compagni hanno parlato di ROSA International, che ha un enorme potenziale per attrarre gli elementi più consapevoli e combattivi in questa ondata globale di lotta e radicalizzazione. I piani ambiziosi per l’8 marzo vedranno ASI e ROSA International agire insieme su scala mondiale, e saranno seguiti da una conferenza molto attesa di ROSA International a Vienna il 18 e 19 marzo.

Claire dall’Inghilterra, dal Galles e dalla Scozia, Anja dal Belgio e molte altre compagne hanno parlato di un altro aspetto cruciale del nostro impegno femminista socialista: la lotta ideologica per stabilire una prospettiva marxista, basata sulla lotta di classe, e l’azione per la sua adozione da parte dei nuovi movimenti di massa.

Il Congresso ha inoltre approvato un “Codice di condotta” internazionale, un documento molto importante che ha lo scopo di fungere da quadro politico chiaro ed efficace, nonché concreto, per affrontare situazioni di abuso, violenza, molestie sessuali o aggressioni (o qualsiasi altra lamentela importante), se/quando dovessero sfortunatamente verificarsi tra le nostre fila. È stata inoltre eletta una squadra di responsabili della sicurezza e dei reclami per assistere nell’attuazione del Codice.

Nuova ondata di lotta di classe

Una delle sessioni del congresso partecipata con maggiore entusiasmo è stata la commissione sul sindacalismo e sul lavoro. I compagni hanno riferito sul ruolo che le sezioni e i compagni dell’ISA stanno svolgendo nel contesto di una rinascita del movimento sindacale a livello internazionale. Particolarmente ricchi di spunti sono stati i resoconti dei compagni negli Stati Uniti sui giganteschi passi in avanti per l’organizzazione del lavoro preparati dall’ondata di iniziative di sindacalizzazione in Starbucks e, ancora più cruciale, in Amazon.

Socialist Alternative USA si è impegnata energicamente in questa lotta, assumendo ruoli di primo piano in campagne chiave. La campagna recentemente lanciata per ottenere il riconoscimento sindacale e un salario minimo di 30 ore nel più grande “airhub” di Amazon, nel Kentucky, è una battaglia estremamente importante per l’intero movimento sindacale. Ma le opportunità di costruire il potere e l’organizzazione della classe lavoratrice in questa società cruciale per il capitalismo globale non sono limitate ai soli Stati Uniti. Compagni provenienti dalla Gran Bretagna e dalla Germania hanno commentato le importanti lotte condotte dai dipendenti di Amazon nei loro Paesi e in Francia. Approfondire i legami internazionali tra i lavoratori di Amazon in lotta è un compito strategico cruciale, che l’ISA è pronta ad aiutare, offrendo un programma ambizioso per la costruzione di organizzazioni di massa democratiche e combattive per organizzare i lavoratori e le lavoratrici non organizzati in tutta l’economia.

Il “Prime day” di Amazon dell’11 e 12 luglio può rappresentare un’opportunità per accendere i riflettori sulla lotta titanica di questi lavoratori a livello internazionale, e l’ISA si è impegnata a discutere di iniziative in vista di questa data. Allo stesso modo, abbiamo discusso della preparazione del 12 maggio, che è ufficialmente la “Giornata internazionale degli infermieri”, come opportunità per evidenziare e internazionalizzare le lotte in questo settore cruciale, che è all’avanguardia negli sviluppi del movimento operaio. Tenete d’occhio questa questione!

I compagni del Belgio hanno portato importanti aggiornamenti sulla concatenazione di scioperi e sulla radicalizzazione delle rivendicazioni avanzate dai lavoratori e dalle lavoratrici in lotta, in particolare per la nazionalizzazione del settore energetico, che i socialisti appoggiano pienamente, sostenendo la necessità di una nazionalizzazione sotto il controllo operaio e integrata in un piano economico socialista democratico. Sebei, dal Sudafrica, ha riferito dell’importante sciopero “Clover”, in cui il WASP (ISA in Sudafrica) ha svolto un ruolo cruciale, anche nella costruzione della solidarietà internazionale attraverso il lavoro dell’ISA e delle sue sezioni.

Il Congresso ha anche discusso il lancio di “Workers’ Strike Back” da parte di Kshama Sawant e Alternativa Socialista, un’ampia iniziativa che mira a contribuire alla costruzione di un movimento di massa presente nelle strade e nei luoghi di lavoro, legato alla lotta per l’indipendenza politica della classe lavoratrice. Questa iniziativa è frutto di un decennio di importantissimi risultati ottenuti da Kshama e Alternativa Socialista all’interno del consiglio comunale di Seattle, creando un esempio di come si possano ottenere vittorie con una politica socialista coraggiosa e con i metodi della lotta di classe.

Costruire le forze del marxismo – La strada verso un’ASI più grande e più forte!

Una duplice conclusione che scaturisce da tutte le discussioni politiche del periodo attuale, comprese quelle che hanno catalizzato l’attenzione durante il Congresso mondiale, è: da un lato, la necessità urgente di costruire organizzazioni marxiste rivoluzionarie molto più grandi e forti su scala mondiale e, dall’altro, le crescenti opportunità date dalla situazione mondiale per farlo. Seguendo questa logica, il congresso si è chiuso con una sessione plenaria sulla costruzione del partito dal titolo “La strada verso un’ASI più grande e più forte”, introdotta da Els Deschoemacker dal Belgio e da Elan Axelbank dagli Stati Uniti, e a cui ha risposto Andy Moxley. La plenaria è stata integrata da commissioni che si sono occupate di lavoro giovanile, lavoro sindacale e sul posto di lavoro, finanza, carta e consolidamento.

Dal congresso mondiale del 2020, diverse sezioni ASI hanno registrato una crescita impressionante. I Nof di Inghilterra, Galles e Scozia e diversi compagni degli Stati Uniti hanno tutti riportato esempi di ondate significative di reclutamento nei loro Paesi. Cristian Tello dal Messico ha raccontato la costruzione della nuova sezione messicana dell’ASI – riconosciuta come sezione a tutti gli effetti per la prima volta al congresso! – da un membro a diverse decine dall’ultimo congresso. Le sezioni in Sudafrica, Canada e Israele/Palestina hanno visto crescere in modo significativo il numero dei loro membri. Sono state inoltre segnalate nuove entusiasmanti scoperte, con l’ASI che ha condotto un lavoro organizzato in diversi Paesi in cui non era stato possibile nel 2020, tra cui Cile, Colombia, Argentina e India.

Diversi compagni hanno sottolineato la necessità di far seguire al reclutamento uno sforzo di formazione politica dei membri, incoraggiandoli a essere attivi nella lotta di classe e integrandoli in ruoli rilevanti nel partito, affinché la crescita abbia basi solide. La chiave di tutto questo, e di tutto il nostro lavoro di costruzione del partito, è il ruolo del giornale marxista, che è la spina dorsale del lavoro e dell’attività politica delle nostre sezioni nazionali. Il Congresso ha anche discusso i miglioramenti da apportare alle nostre pubblicazioni internazionali, tra cui internationalsocialist.net e la rivista Socialist World.

Pur riflettendo positivamente sui risultati raggiunti, il Congresso ha anche capito che la crescita dell’ASI non è stata all’altezza del suo potenziale. Abbiamo fissato con fiducia gli obiettivi per rimediare a questa situazione nei mesi e negli anni a venire, tra cui la promessa di uno sforzo internazionale coordinato più intenso per massimizzare il nostro potenziale di crescita, soprattutto nei Paesi chiave, nel prossimo periodo. A tal fine, sarà fondamentale raddoppiare la nostra determinazione a rivolgerci ai giovani! I compagni sono usciti dalla commissione sul lavoro con i giovani determinati a rendere questa svolta una realtà concreta, parte integrante dei numerosi interventi dell’ISA nelle lotte femministe, sindacali, ambientali e di altro tipo.

Il Congresso si è chiuso con le riflessioni dei partecipanti sul futuro e ha approvato un calendario ambizioso per il futuro. Questo prevede un periodo intenso ed entusiasmante di lavoro femminista socialista intorno all’8 marzo, nuove ambiziose iniziative sindacali internazionali, mobilitazioni internazionali per le manifestazioni sul clima e importanti movimenti di sciopero, e la costruzione di un’altra storica Scuola Mondiale a luglio.