Elezione regionali: nessuna fiducia nelle destre e le istituzioni – l’alternativa al sistema si costruisce nelle piazze!

Di L.D.

Le elezioni regionali in Lombardia e Lazio del febbraio 2022 hanno nuovamente evidenziato la totale sfiducia da parte della popolazione nei confronti della rappresentanza politica. In entrambe le regioni le coalizioni di centrodestra hanno ottenuto una vittoria meno significativa di quanto paventato. Non bisogna farsi ingannare dalla trionfante esibizione, sulle piattaforme social e televisive, dei risultati da parte dei leader di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia, poiché di fatto la recente vittoria elettorale preannuncia una crisi più profonda. La grande astensione da parte degli elettori oscura completamente i vincenti sorrisi di Salvini, Meloni e Berlusconi. In Lazio ha votato il 37,2%[1] degli aventi diritto, mentre in Lombardia il 41,7%.[2] Nel 2018 le percentuali erano rispettivamente del 66,6%1 e del 73,1%.2

Nessuna fiducia nelle istituzioni

L’astensione alle regionali è perfettamente in linea con il calo di partecipazione alle politiche che dal 72,94% del 2018 è crollato al 63,79% nel 2022.[3] Le cause sono molteplici, a partire dalla totale inconsistenza della “sinistra” all’opposizione incapace di focalizzare i reali bisogni della società e di incanalare la sua rabbia nei confronti del sistema capitalista, responsabile delle molteplici crisi che stanno colpendo principalmente la classe lavoratrice. Recenti sondaggi inoltre attestano che circa la metà dei votanti nutrano abbastanza o totale sfiducia[4] nei confronti del Governo Meloni. Questo si sta distinguendo per decisioni politiche atte a censurare il dissenso popolare e che approfondiscono la crisi sociale nel Paese, come l’abolizione del reddito di cittadinanza a partire dal 2024, strumento che, per quanto pieno di difetti, forniva un sostegno importante ai lavoratori e le lavoratici precarizzati. Temi chiave dell’attualità come la crisi della sanità pubblica e lotta al carovita sono stati messi da parte per favorire delle manovre di natura prettamente propagandistica o al servizio di Confindustria e dei capitali esteri, come l’aumento al tetto del contante, il bonus matrimoni e l’aumento delle spese militari.

I lavoratori e le lavoratrici di ogni stampo sono sotto attacco!

I nostri diritti e le nostre condizioni di vita vengono minacciate quotidianamente dalle politiche anti-sociali del governo. Non si può inoltre far finta di nulla di fronte alla vicinanza delle forze di maggioranza ai movimenti di estrema destra, diventata ancora più evidente con il vigliacco silenzio in merito all’aggressione squadrista da parte del collettivo neofascista di Azione Studentesca a danno di alcuni studenti del liceo Michelangelo di Firenze, che stavano facendo volantinaggio. Questa violenza squadrista riflette un aumento generale della violenza nelle strade, con migranti, donne, persone LGBTQIA+ e, sempre di più, giovani minorenni nel mirino delle destre e delle criminalità organizzate. Questo è il risultato diretto della crisi sociale generata da decenni di politiche neoliberiste, esacerbata dalla retorica sessista, razzista e LGBTQIA+foba delle destre e dal fallimento della sinistra di porre una vera alternativa all’infuori della politica di palazzo.

Non c’è cambiamento senza lotta di classe!

ASI Italia si oppone non solo a questo governo ma a tutto il sistema politico ed economico su cui si basa. Lottiamo per difendere i diritti di tutta la classe lavoratrice contro ogni forma di oppressione, discriminazione e sfruttamento. Vogliamo costruire un’opposizione di sinistra che parta dal basso, dalle scuole, le università e i luoghi di lavoro, per rimettere al centro del dibattito i nostri interessi e i nostri diritti. Riteniamo necessaria la mobilitazione e organizzazione della classe lavoratrice, in quanto unica profonda conoscitrice dei propri bisogni e unica forza sociale capace di imporre un reale cambiamento. Sono i lavoratori e le lavoratrici, di ogni origine, orientamento sessuale e genere, che fanno girare l’economia, e volendo la possono fermare. Per questo ci ingaggiamo nella costruzione di un sindacalismo militante che, attraverso gli scioperi e le lotte quotidiane dei lavoratori e delle lavoratrici, possa sfidare i rapporti di forza nella società. Solo costruendo un movimento unito di tutti i giovani i lavoratori e gli oppressi possiamo ostacolare l’avanzata delle destre. Unisciti a noi per riportare la politica nelle piazze, nelle scuole e nei luoghi di lavoro e costruire una nuova forza politica capace di ridare voce ai milioni di giovani, oppressi e precari che cercano un’alternativa alla barbarie del capitalismo. 


[1] https://elezioni.repubblica.it/2023/elezioni-regionali/lazio

[2] https://elezioni.repubblica.it/2023/elezioni-regionali/lombardia

[3] https://www.openpolis.it/lastensionismo-e-il-partito-del-non-voto/

[4] http://www.sondaggipoliticoelettorali.it/ListaSondaggi.aspx?st=SONDAGGI