FRANCIA: Siamo noi la maggioranza! Se ci organizziamo, possiamo prendere il potere!

In questi giorni, il fronte comune delle principali organizzazioni sindacali francesi continua a resistere nonostante l’approvazione forzata del progetto di riforma delle pensioni, utilizzando il famoso articolo 49.3 della Costituzione che consente di imporre una legge passando oltre l’Assemblea nazionale, il parlamento. Sono stati i 2 mesi di mobilitazione e azioni parlamentari contro la riforma delle pensioni a creare un equilibrio di potere che ha costretto il Macronismo a evitare il voto dell’Assemblea nazionale. Pochi giorni dopo, il governo ha rischiato di cadere per una mozione di sfiducia (per 9 voti!).

Volantino distribuito da ASI Francia a Parigi durante le mobilitazioni contro la riforma delle pensioni.

Tuttavia, sarebbe un errore basare la strategia di lotta sulle mozioni di sfiducia e sui referendum. Questo movimento offre l’opportunità di rigettare l’intera politica di Macron/Borne attraverso la lotta e di gettare le basi per una società completamente nuova.

Molta attenzione è ora rivolta alle azioni violente ai margini delle manifestazioni. Tuttavia la prima violenza è quella che deriva dalle politiche di Macron, che stimolano l’espressione della rabbia in modi diversi, e quindi stimola anche la violenza di una piccola frangia del movimento. Ma a provocare la violenza del movimento è anche la violenza della polizia. Macron e il suo governo sono più deboli che mai, ed è per questo che la violenza della polizia viene accettata dalle autorità. Lacrimogeni, manganellate, proiettili in gomma, granate disinnescate, cariche della polizia contro i cortei, accerchiamenti e detenzioni arbitrarie da parte della polizia… Le donne sono state trascinate per i capelli per diversi metri e alcune hanno subito violenze sessuali durante le perquisizioni. Ci sono diversi obiettivi. Cercare di trasformare la protesta in un’esplosione di violenza (soprattutto tra i giovani), che potrebbe portare a divisioni nel nostro campo sul da farsi, sperando di screditare ulteriormente il movimento e quindi di dividere la nostra classe. Spingere i manifestanti attuali o futuri a rimanere a casa, per paura di essere feriti, e abbandonare la lotta. Serve inoltre per garantire la coesione delle forze dell’ordine attorno al potere costituito, mentre il sostegno della maggioranza della popolazione alla lotta non viene messo in dubbio. Che la violenza provenga da una parte del movimento è ampiamente comprensibile. Ma è attraverso la forza dei numeri, la lotta nei luoghi di lavoro e la costruzione di comitati di sciopero con l’obiettivo di coinvolgere più strati nella lotta, che sarà possibile ottenere vittorie. 

L’uso del 49.3 ha ingrandito le file dei manifestanti. La rabbia e la determinazione per abbattere il progetto di Macron e il primo ministro Borne devono convogliarsi nell’organizzazione di uno sciopero generale, in cui le avangardie del movimento operaio possano giocare il ruolo di guida, con un occhio di riguardo verso la mobilitazione di chi non ha partecipato attivamente fino a oggi.

Dopo l’utilizzo del 49.3 i giovani si stanno mobilitando in modo massiccio. Questo è un aspetto importantissimo per il movimento, che deve riuscire a coinvolgere questi giovani, aiutarli a costruire occupazioni di licei, università e scuole superiori, accoglierli nei picchetti e nelle manifestazioni, dando loro prospettive per vincere.

Costruiamo ovunque comitati di sciopero anti-Macron

All’indomani del 49,3, il sostegno allo sciopero e alle manifestazioni è aumentato: secondo BFMTV, mentre il 68% era ancora contrario alla riforma delle pensioni, quasi altrettanti (67%) volevano che la mobilitazione continuasse.

Alla fine di marzo, lo sciopero aveva infiammato diversi settori chiave come quelli dei trasporti e dell’energia, alcune raffinerie, i netturbini di alcune città e gli insegnanti. La questione è come sostenere questa dinamica, estenderla ad altri settori e radicalizzarla, anche attraverso l’occupazione delle aziende. Quale sede è migliore per la lotta se non il luogo di lavoro?

Verso l’autorganizzazione

È assolutamente necessario passare oltre agli scioperi di 24 ore e alle mobilitazioni indipendenti tra loro. È urgente, laddove non lo si faccia già, organizzare assemblee generali nei luoghi di lavoro aperte a tutti i colleghi, iscritti o meno al sindacato, e convocare assemblee simili nelle scuole superiori, nelle università e nei quartieri, al fine di organizzare uno sciopero generale che possa essere ben definito e capace di legare le diverse iniziative di lotta. L’avvio di comitati di sciopero democratici anti-Macron a livello locale, e in seguito in modo più ampio, potrebbe fare convergere tutto il sostegno di cui il movimento dispone e riunire le molteplici iniziative.

La costruzione dello sciopero coordinato è un passo di importanza primaria, ma è solo un passo nel confronto con lo Stato capitalista. Dare la prospettiva di una “marcia di milioni”  verso l’Eliseo da differenti regioni, sostenuta dall’incremento di “azioni alla Robin Hood” (come manomettere i contatori di gas ed energia per contrastare caro energia), ne rafforzerebbe l’impatto. La posta in gioco va ben oltre le pensioni: è in gioco la caduta di Macron-Borne e di TUTTE le politiche di austerità.

Per una società gestita da e per la maggioranza

Le risorse non mancano! TotalEnergies ha annunciato un utile netto di 19 miliardi di euro nel 2022, il più grande della sua storia. Le società riunite nella CAC 40, che comprende i principali protagonisti della finanza, hanno restituito 80,1 miliardi di euro ai loro azionisti nel 2022! Nonostante ciò, sono quelle che lo Stato sostenta maggiormente con 157 miliardi di euro di aiuti pubblici all’anno.

Questi criminali del clima e avvoltoi di ogni tipo devono essere espropriati e le loro aziende nazionalizzate sotto il controllo e la gestione dei lavoratori. In questo modo, e con la nazionalizzazione dei settori chiave dell’economia (finanza, grandi imprese, ecc.), sarebbe possibile garantire un futuro dignitoso per tutti nel rispetto del pianeta, grazie a una pianificazione razionale e democratica dell’economia. La classe operaia organizzata può svolgere un ruolo di primo piano e affermarsi come classe dirigente della società, coinvolgendo il movimento per il clima, il movimento delle donne e altri movimenti sociali. Ciò getterebbe le basi per il rovesciamento del sistema capitalistico. È con questo tipo di programma e di approccio che la France Insoumise potrebbe svolgere appieno il suo ruolo nell’opposizione per la trasformazione dell’intera società.

L’importanza delle azioni “Robin Hood”: il controllo operaio 2.0

Con le azioni “Robin Hood”, i lavoratori dell’energia in sciopero si sono coordinati in tutto il Paese per fornire gratuitamente gas ed elettricità a scuole, ospedali, case popolari, centri sportivi pubblici e gruppi di interesse pubblico. Hanno anche ripristinato la distribuzione agli utenti a cui era stata interrotta la fornitura a causa di bollette non pagate.  Hanno offerto una tariffa ridotta fino al 60% ai piccoli commercianti, che non avevano ricevuto alcun aiuto analogo dal governo di fronte all’impennata dei prezzi! Queste azioni sono iniziative prese e coordinate dai lavoratori di tutto il Paese nei loro luoghi di lavoro. Le decisioni e le azioni sono votate democraticamente dai lavoratori. Questo dà un’idea di come la ricchezza prodotta dai lavoratori potrebbe essere gestita democraticamente in una società socialista.

Inoltre, il fatto di aver aiutato i piccoli commercianti permetterà probabilmente a questo strato della società di orientarsi verso la classe operaia e di sostenere con maggior forza i movimenti di sciopero unendosi a loro nella lotta. È un ulteriore passo verso l’allargamento e l’unificazione della lotta nel nostro campo e il superamento delle divisioni, così preziose per la destra nell’attuazione della politica “dividi et impera”! Quest’ultima non osa opporsi frontalmente al movimento perché, basandosi sulla lotta di classe, questo processo costituisce un incubo per Le Pen & Co e smaschera l’ipocrisia della loro opposizione. Il loro mondo è lo stesso degli amici di Macron, con in più l’obiettivo di schiacciare fisicamente l’intero movimento sociale e utilizzare il razzismo come strumento per i propri interessi. L’azione unitaria del movimento operaio è una necessità urgente in questo momento. Uniti si vince!

Rivendichiamo: 

  • Ritorno della pensione a 60 anni.
  • Una pensione minima che accompagni un salario minimo aumentato a 2.000 euro netti.
  • Un aumento immediato del 10% di tutti i salari e il ritorno della scala mobile. Riportiamo i settori a bassa retribuzione sotto il controllo pubblico per garantire delle buone condizioni di lavoro al personale e buone retribuzioni.
  • Posti di lavoro e del tempo per vivere: per una riduzione collettiva dell’orario di lavoro, senza riduzione dei salari, con assunzioni compensative e riduzione dei ritmi di lavoro. Lottiamo per l’indipendenza economica delle donne e la fine del lavoro precario.
  • Un piano coerente di investimenti pubblici nella sanità, nell’istruzione, nell’edilizia popolare, nei trasporti pubblici sostenibili e nelle misure di protezione ambientale. I servizi pubblici devono rispondere alle esigenze; devono essere di buona qualità, accessibili a tutti e a meno di 30 minuti da casa.
  • L’esproprio e la confisca delle ricchezze dei miliardari e reintroduzione dell’ISF (Imposta di Solidarietà sulle richezze).
  • La nazionalizzazione dei settori energetico e bancario sotto il controllo e la gestione democratica della classe operaia.
  • La Quinta Repubblica ha dimostrato di essere uno strumento nelle mani della borghesia. Rivendichiamo l’elezione di un’autentica assemblea costituente democratica e rivoluzionaria, basata su delegati eletti dai comitati di lotta nei quartieri, nei luoghi di lavoro, nelle università e nelle scuole, come passo necessario verso un governo operaio autenticamente democratico che operi in base ai bisogni di tutti e non ai profitti di pochi.
  • Abbiamo bisogno di un’economia democraticamente controllata ed ecologicamente pianificata, con un reale controllo democratico da parte dei lavoratori nelle aziende e nella società nel suo insieme, per creare milioni di posti di lavoro sostenibili e ben retribuiti e costruire una nuova economia verde.
  • Verso una società socialista democratica fondata sul soddisfacimento dei bisogni della classe operaia, dei giovani, degli oppressi e del pianeta.