Incendi, nubifragi, ondate di calore, grandine gigante… Il CAPITALISMO UCCIDE

Costruiamo la resistenza contro il cambiamento climatico e coloro che ne traggono profitto!

Delegazione internazionale di ASI alle manfistazioni contro la COP26 a Glasgow, Scozia (Novembre 2021)

La crisi climatica è qui

Il caos climatico che ha colpito l’Italia, e molte altre parti del mondo, in queste ultime settimane è il risultato diretto della distruzione ambientale prodotta dal capitalismo. Decenni di inazione da parte della classe dirigente ci stanno portando sull’orlo del baratro, con conseguenze tragiche per i giovani e la classe lavoratrice. ASI esprime tutta la sua solidarietà alle comunità e agli individui che stanno soffrendo le conseguenze del maltempo e rivendichiamo delle misure all’altezza dei bisogni. Alloggi sicuri per chi ha perso il domicilio, indennizzazione dei danni ai singoli e alle piccole imprese su base di bisogni attestabili, pagamento dei salari per gli impieghi colpiti dal maltempo, investimenti pubblici nei servizi d’emergenza e nella protezione e la cura dell’ambiente… queste sono solo alcune delle misure d’urgenza necessarie per far fronte alla attuale crisi climatica e sociale.

Il capitalismo verde non esiste

Pur di evitare di mettere a disposizione le risorse necessarie, le destre continuano a promuovere una retorica negazionista, volta a difendere gli interessi economici dei capitalisti italiani e internazionali. Allo stesso tempo, centristi e progressisti di vario stampo si proclamano paladini dell’ambiente, ma mancano di un programma e di una prospettiva in grado di affrontare il problema alla radice. Per questo non abbiamo alcuna fiducia nella capacità del governo, delle istituzioni europee e internazionali di far fronte a questa crisi esistenziale. Queste catastrofi erano prevenibili, ma i profitti della classe dominante, che dipendono da un sistema di produzione basato sullo sfruttamento delle risorse umane e naturali, vengono costantemente messi prima del benessere delle persone e del pianeta.

Non pagheremo la loro crisi

Le risorse per una transizione ecologica e socialmente giusta esistono ma dobbiamo toglierle dalle mani di chi sulla crisi climatica ci fa profitti. Non possiamo controllare ciò che non possediamo! Per questo difendiamo la nazionalizzazione sotto controllo democratico della classe lavoratrice dei settori chiave dell’economia, come quello energetico, farmaceutico, finanziario e le industrie pesanti. Unicamente la pianificazione democratica e ecologica della produzione può mobilitare le risorse necessarie per combattere il cambiamento climatico e assicurare una riconversione dei posti di lavoro inquinanti in impieghi socialmente utili e sostenibili. Così facendo possiamo evitare che i costi della transizione ecologica non ricadano sulla classe lavoratrice.

Uniamoci nella lotta!

I capitalisti non lasceranno il controllo di propria volontà. Dobbiamo costruire un movimento climatico a livello locale e internazionale, basato sulla forza dei giovani, dei lavoratori e delle lavoratrici. Difendendo un programma che riunisca la questione climatica, economica e sociale, la classe lavoratrice può riunire intorno a sé tutte le persone oppresse della società e sfidare le radici sistemiche delle crisi. Attraverso gli scioperi, le mobilitazioni e l’organizzazione indipendente in collettivi e comitati d’azione possiamo costruire un movimento dal basso capace di imporre le nostre rivendicazioni e porre le basi per una società libera dallo sfruttamento, l’oppressione e la distruzione ambientale. Unisciti a noi per costruire la resistenza nelle scuole, nelle piazze e in ogni luogo di lavoro!